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  1. 9 de feb. de 2023 · La storia di Weisz: l’allenatore ungherese, nato da famiglia ebrea, fu maestro del calcio europeo e morì ad Auschwitz nel 1944. 29 Mag, 2024; Chi siamo; Contatti; Home; Articoli. Editoriali; In Primo Piano; Archivio. Ultimissime 1999/2006; 1999/2000: L’anno di Novellino; Interviste 2000/2006; MondoNapoli 2011/2015; Facebook;

  2. 27 de ene. de 2021 · Arpad Weisz, storia di una vita spezzata. Negli anni tra le due guerre del secolo scorso fu uno dei più grandi maestri del calcio italiano. Era nato a Solt, in Ungheria, il 16 aprile 1896, e cominciò presto col pallone; a 15 anni entrava nelle giovanili del Torekves, due anni dopo esordiva in prima squadra e intanto studiava avvicinandosi ...

  3. 31 de ene. de 2024 · Nel gennaio 1939, di conseguenza, la famiglia Weisz lasciò Bologna, in treno, per raggiungere Parigi. Árpád, Ilona, Roberto e Clara erano impauriti, disorientati, increduli. Non poteva essere ...

  4. Weisz Árpád hatszoros magyar válogatott labdarúgó hátvéd poszton, majd Olaszországban labdarúgóedző. Edzői munkáját elismerve az edzők fejedelmének nevezték el a sportújságírók. Az 1930-as években a fasiszta Olaszországban dolgozott edzőként. A modern edzési tudomány egyik megalapozójaként és korának egyik legjobb edzőjeként tartják számon.

  5. 27 de ene. de 2021 · Nel Giorno della Memoria ricordiamo Árpád Weisz, il tecnico più giovane della storia del calcio e l’allenatore che più a lungo ha guidato l’Inter dopo Herrera, Trapattoni e Mancini. Weisz era ebreo e, a causa delle leggi razziali del 1938, perse lavoro e diritti. La sua ultima destinazione fu Auschwitz. Una targa lo ricorda allo stadio ...

  6. Weisz „Api” József (Halmi, 1910. november 2. – Ágfalva, 1944. október 15.) jazzdobos, vibrafon- és marimbajátékos, a magyar könnyűzene-történet kiemelkedő alakja. Árpád személyneve téves. Életútja. Kárpátalján született egy vendéglős családban. Apja, Weisz ...

  7. 31 de ene. de 2021 · Árpád Weisz prende una squadra in evidente difficoltà, e dopo una stagione di transizione porta alla città felsinea due scudetti, quelli del 1936 e del 1937. Riesce, in un colpo solo, a spezzare l’egemonia della Juventus e a diventare il primo allenatore a vincere lo scudetto alla guida di due squadre diverse.